Magnifica Fabbrica è il nome che è stato dato ai nuovi laboratori e magazzini del Teatro alla Scala, da realizzare in prossimità del Parco della Lambretta. La filosofia progettuale della proposta va oltre la mera articolazione funzionale, interpretando l’organismo come testimonianza viva del processo creativo e artigianale. L’architettura stessa manifesta questa volontà attraverso una serie di indizi che, dialogando con la concretezza e la sincerità “industriale” dell’organismo, rivelano un’interpretazione in chiave simbolica-metaforica-metonimica di topoi del linguaggio teatrale. L’accelerazione prospettica del teatro rinascimentale caratterizza il propileo colossale, nuovo landmark, che penetrando all’interno dell’organismo diventa stoà e richiama la funzione sociale del portico. L’illusorietà del diaframma che filtra, cela o rivela lo spazio scenico è evocata dal trattamento del prospetto verso il parco, realizzato mediante leggerissima maglia metallica a richiamare il filtr, del tulle. L’hangar del Deposito, custode di memoria, giacimento culturale, contiene – metaforicamente – tutte le scene della Scala: i prospetti contrapposti utilizzano lo schema strutturale della quinta armata con la valenza espressiva degli elementi fisici.
L’approccio paesaggistico si orienta nella direzione della transizione ecologica: connettere verde urbano e agricolo con la riattivazione della funzionalità ecosistemica del Lambro. Il Palazzo di Cristallo è alleggerito di coperture, tamponamenti e raccordi. Ridotto a una navata nella porzione centrale, è dotato di pannelli fotovoltaici sulla lanterna della capriata. Pioppi bianchi (Populus alba), che hanno avviato la rinaturalizzazione durante gli anni di abbandono, crescono in piena terra fra i pilastri. Percorsi in calcestre creano un parco vivo, presidiato e sempre connesso visivamente con la Magnifica Fabbrica e il paesaggio agricolo.